



Si è svolto nella giornata del 12 gennaio l’incontro tra le organizzazioni sindacali, Invitalia e ArcelorMittal per la presentazione dell’accordo sottoscritto il 10 dicembre scorso.
Uilm: “Accordo blindato, registrata netta chiusura a negoziare su temi prioritari”
“Dopo la riunione siamo ancora più convinti che sia necessaria una modifica radicale dell’intesa raggiunta da AMI e Invitalia. I nostri dubbi erano fondati. L’accordo appare blindato e ci sono difficoltà a proseguire il confronto. Abbiamo registrato una netta chiusura a negoziare su temi che riteniamo prioritari. È inaccettabile – ha aggiunto il segretario generale Rocco Palombella - che un’intesa, che stabilisce l’ingresso dello Stato attraverso Invitalia, preveda migliaia di lavoratori in cassa integrazione per i prossimi 5 anni e tempi troppo lunghi per la realizzazione del piano industriale”.
“Dimenticato l’impegno a riassumere 1.700 lavoratori di Ilva in AS”
“Invitalia e ArcelorMittal prevedono una fumosa garanzia occupazionale per i propri dipendenti entro il 2025, mentre dimenticano completamente l’impegno a riassumere i 1.700 in Ilva As. A questi lavoratori si aggiungono quelli dell’indotto per i quali non viene prevista nessuna forma di garanzia. È fondamentale il coinvolgimento diretto del Governo – ha concluso Palombella - per poter avviare un confronto senza pregiudiziali in grado di assumere misure indispensabili per la gestione di un piano che garantisca la salvaguardia ambientale e la tutela occupazionale per tutti i lavoratori”.
USB: “Vogliamo piena occupazione e priorità al tema ambientale”
“I dati “positivi” su produzione, spedizioni e qualità, e la rappresentazione fatta dall’azienda sulla situazione manutentiva e sui dati degli infortuni, stridono pesantemente con la realtà, che vede da una parte costantemente collocati in cassa integrazione quattromila lavoratori e dall’altra una situazione insostenibile dentro lo stabilimento, per quanto riguarda le condizioni di lavoro quotidiane. ArcelorMittal ha reso evidente ancora una volta tutti dubbi e le contraddizioni; l’unica certezza – hanno proseguito Sasha Colautti e Francesco Rizzo - è un utilizzo costante degli ammortizzatori sociali in un quadro di indeterminatezza, rappresentata da un piano lunghissimo, di cinque anni, basato oggi solo su intenti e dichiarazioni di interventi la cui fattibilità è però tutta da dimostrare.
USB tiene ferma la sua posizione, pur non sottraendosi ad una trattativa che nei fatti si è aperta e che ci pone di fronte ad un soggetto che la nostra organizzazione sindacale considera arrogante e poco affidabile, al quale però il Governo ha deciso di garantire risorse economiche ed appoggio incondizionato. La nostra organizzazione rivendica un percorso di massima trasparenza e coinvolgimento. Non è possibile portare avanti alcuna discussione senza conoscere quanto sottoscritto tra azienda e Governo. Al tavolo, come USB, abbiamo posto con forza la necessità di veder garantita la piena occupazione e abbiamo dichiarato apertamente che il tema ambientale rimane una pregiudiziale su questa trattativa, trattativa che per noi dovrà necessariamente continuare attraverso tavoli nazionali ed in plenaria”.