A ottant’anni mette in scacco un colosso della telefonia
Incurante del disinteresse del vicinato ha condotto in solitaria una campagna contro l’installazione di un’antenna di telefonia in agro di Pulsano e, precisamente, a pochi metri dal Bosco Cagioni. E l’ha vinta dal momento che il Consiglio di Stato le ha dato ragione.
Protagonista della vicenda è stata una insegnante elementare in pensione ultraottantenne che non poteva sopportare, dopo anni di sacrifici, di veder deturpare e svalutare la sua proprietà. Infatti, proprio di fronte alla sua abitazione era prevista l’installazione di un impianto SRB per la telefonia mobile comprensivo di sei nuove antenne, parabole e apparecchiature tecnologiche con i relativi componenti accessori per le tecnologie Umts in bande 900 Mhz, Lte in bande 1800/2100/2600 Mhz e 5G in banda 700 Mhz.
Assistita dall’avvocato Sabrina Sbiroli, la donna si è rivolta al Tar di Lecce presentando un ricorso che è stato accolto dai giudici amministrativi che concedevano la sospensiva richiesta ritenendo sussistenti il “fumus boni iuris” (la presunzione dell’esistenza di sufficienti presupposti) e il “periculum in mora” (il possibile danno in cui potrebbe incorrere una persona).
Ordinanza nei confronti della quale il gestore di telefonia aveva proposto ricorso presentando appello dinanzi al Consiglio di Stato che, però, ha confermato la stessa ordinanza emessa dal Tar di Lecce.
“Si tratta – commenta l’avv. Sabrina Sbiroli – di una vittoria importantissima, in quanto pare sia la prima nella nostra regione, per simili motivazioni contro un colosso della telefonia. La sentenza del Tar di Lecce, confermata poi dal Consiglio di Stato – conclude l’avv. Sbiroli – afferma dei princìpi importantissimi”.