In Consiglio è bagarre sull’aggiornamento del documento di programmazione
È stato sull’ordine del giorno relativo alla nota di aggiornamento del Dup (il documento unico di programmazione strumento fondamentale per la programmazione, appunto, degli enti locali) che si è animato il dibattito questa mattina, giovedì 16 novembre, in Consiglio comunale.
Una seduta filata liscia come l’olio fino alla discussione del punto 19. prima di questo, il Consiglio comunale ha preso atto dell’adesione ufficiale del Consigliere Goffredo Lomuzio, ormai ex Taranto 2030, al gruppo Con Taranto e della perplessità, girata al segretario generale che l’approfondirà, del consigliere Luigi Abbate secondo il quale, il fatto che la consigliera Pittaccio sia rimasta l’unica rappresentante in Consiglio di Taranto 2030, e quindi un numero insufficiente per creare un gruppo consiliare, potesse inficiare l’intera seduta.
Dopo aver rinviato i punti relativi al piano di rateizzazione delle entrate locali e dell’ampliamento della parte vecchia del cimitero di Talsano, perché necessari di ulteriori approfondimenti nelle rispettive commissioni consiliari, e approvati una serie nutrita di debiti fuori bilancio, il nuovo regolamento per il riconoscimento della cittadinanza inclusiva ai minori stranieri residenti nel Comune di Taranto e la variazione al bilancio 2023/2025, si è arrivati al punto dolente: l’approvazione della nota di aggiornamento al Dup 2024/2026.
Sul punto si è scatenata la bagarre. Ad aprire le danze ci ha pensato il consigliere di Taranto senz’Ilva, Luigi Abbate, seguito a ruota da Gianni Liviano del gruppo Misto di maggioranza e dal capogruppo di Svolta liberale per Taranto, Francesco Cosa.
Abate ha contestato il fatto che l’aggiornamento al Dup comporta una serie di variazioni di voci di spesa “che vanno ad incidere sul piano triennale delle opere pubbliche” ma soprattutto che la commissione Assetto del territorio “non ha potuto visionare il documento nei tempi dovuti”. Le variazioni poi, ha sottolineato ancora Abate, rischiano di ritardare interventi importanti di manutenzione nel mercato Fadini (“oltre alla fatiscenza dei bagni la struttura è rimasta 20 giorni senz’acqua”) e in molte strade del centro manomesse da lavori.
Appunti ai quali l’assessore ai Lavori pubblici, Mimmo Ciraci, ha prontamente risposto evidenziando che alle risorse trasferite con le variazioni al Dup si potrà avviare “con l’utilizzo di appositi fondi previsti da Pnnr” e che per quanto riguarda il mercato Fadini “l’amministrazione punta ad intervenire con l’annualità 2024” e che “è in fase di approvazione il contratto definitivo”. Mentre per le strade dissestate, Ciraci ha spiegato che “per alcune non conviene intervenire adesso in quanto saranno di nuovo soggette a ulteriori interventi di manomissione per cui al Comune non conviene intervenire con fondi propri dal momento che toccherà alle aziende ripristinarle. Come nel caso di via Pitagora dove l’Enel rifarà completamente il manto stradale una volta terminati gli interventi”.
Ma sul punto è intervenuto anche Gianni Liviano il quale, numeri alla mano, ha evidenziato come la città si stia progressivamente svuotando per cui “sarebbe il caso che il sindaco e la sua Giunta rivedano l’impostazione strategica che si sono dati” e si è chiesto, rimbalzando la domanda al sindaco e ai suoi assessori, se “la qualità dei servizi offerti ai cittadini giustifica l’aumento dei costi” tenendo presente che “tra debito pro capite e tasse comunali su ogni cittadino di Taranto grava una spesa di oltre mille euro”. Francesco Cosa, invece, ha criticato il fatto che “puntualmente le commissioni consiliari vengono scavalcate da decisioni imposte dall’alto”.
L’aggiornamento del Dup è poi stato deliberato con 20 voti a favore e 6 contrari.