I fondi ex Ilva per aiutare i mitilicoltori tarantini

Come dare una mano concreta ai mitilicoltori perché vedano sbocchi alla crisi del settore? Utilizzando parte dei venti milioni e passa di euro dei fondi Ex Ilva.

La ricetta proposta al Comune di Taranto è dei consiglieri comunali di Svolta libderale, Francesco Cosa e Mimmo Festinante, i quali hanno depositato un ordine del giorno da discutere in uno dei prossimi Consigli comunali.

Quella dei mitilicoltori, fanno presente Cosa e Festinante, è una vera e propria emergenza “che sta sottraendo una risorsa importantissima all’economia della nostra città. Ancora ad oggi – aggiungono i due esponenti di Svolta liberale - si attende la risposta della Regione per unificare i canoni, in presenza di più concessioni, in capo allo stesso soggetto giuridico mentre i miticoltori tarantini devono migliaia di euro ad Equitalia ed al Comune proprio per ottemperare ai pagamenti degli oneri concessori diventati altissimi”.
Perché, allora, attingere ai fondi ex Ilva? Perchè, spiegano Cosa e Festinante, quei fondi sono finalizzati “all’individuazione, selezione e programmazione di interventi di carattere socio-assistenziale per le famiglie disagiate nei Comuni dell’Area di crisi di Taranto e che servono proprio a mitigare il disagio sociale provocato dalla grande industria”.
Da Svolta liberale arriva anche la richiesta della redazione del Regolamento che indichi chiaramente la procedura per il rilascio delle nuove concessioni e, contestualmente “di implementare le risorse umane dell’Ufficio Demanio per consentire le procedure di rilascio delle concessioni”.
All’amministrazione comunale Cosa e Festinante rimproverano, infine, di non aver proceduto “al censimento di tutte le aree a mare e di come dare la reale possibilità a chi purtroppo ancora oggi non è in regola di ottenere una regolare concessione; e nulla è stato detto in relazione al dissequestro degli specchi d’acqua del primo seno del  Mar Piccolo e sulla realizzazione di nuovi punti di sbarco”.