La scadenza della cassa integrazione ormai prossima (settembre), impone che venga affrontata di petto la questione della messa in sicurezza dei livelli occupazionali. Usb auspica che Cemitaly sciolga la riserva sulla proroga della cassa integrazione per ulteriori 12 mesi, entro la data concordata ieri nel corso della task force regionale, e quindi entro il mese di luglio, quando si riaggiornerà il tavolo.
Alla base della titubanza dell’azienda potrebbe essere il versamento dell’irrisorio 9% dei contributi previdenziali all’ INPS. Non si può fare a meno di notare che Cemitaly – Italcementi, oggi gruppo leader Tedesco mai ha smesso in Italia e a Taranto di aggiudicarsi forniture-commesse, sia pubbliche che private, e alla luce di questo, a maggior ragione dovrebbe dare risposte ai lavoratori, provvedere alla compatibilità ecologica dei suoi siti produttivi e alla bonifica di quelli non più produttivi, come nel caso di Taranto.
Perché qualsivoglia riqualificazione si intenda portare avanti nell’area industriale tarantina (Polo dell’idrogeno verde o altro), è palese che dalle bonifiche si dovrà partire, altro argomento affrontato nella riunione. A tal proposito, l’USB registra l’ impegno del Presidente Comitato SEPAC Leo Caroli a formare i lavoratori Cemitaly Taranto in questa direzione. Questo produrrebbe un immediato reinserimento nel mondo del lavoro, oltre a costituire un necessario beneficio per la collettività.
L’ eventuale rinnovo della cassa integrazione non è un traguardo, piuttosto un momento di passaggio, al quale devono seguire percorsi concreti che garantiscano e creino occupazione.
L’ USB ringrazia sia il Comitato SEPAC, per il lavoro sinora svolto insieme, ma anche la Prefettura di Taranto, i rappresentanti Istituzionali presenti ed i Ministeri competenti, con l’auspicio che la risoluzione della vertenza Cemitaly, con la messa in sicurezza dei posti di lavoro, diventi esempio da seguire per altre vertenze sindacali.

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