Ricomincio da -6, il Capuano-ter si è concluso
Si ricomincia da zero. Anzi da -6. La stagione del Taranto rischia di trascinarsi in una lenta agonia.
Il progetto con Capuano al timone è naufragato nelle ultime ore ed oggi, 2 agosto, avrà la sua interruzione definitiva. L'abbandono ufficializzato dal presidente Massimo Giove ha scatenato una serie di eventi esiziali per i colori rossoblù. Purtroppo bisogna ammetterlo: il mese di giugno, seppure nell'apparente silenzio informativo maturava in realtà i germi di una coabitazione ricca di spine, che la conferenza del 1 luglio aveva cercato di mascherare. L'accordo tra Giove e Capuano era stato trovato soltanto perché il massimo dirigente aveva completamente lasciato carta bianca al tecnico sulla costruzione della squadra e sugli obiettivi da perseguire e in forza di un accordo biennale in essere, la prosecuzione del rapporto era quindi avvenuto quasi per inerzia. Ora quel vincolo si scioglie e bisognerà trovare la formula adatta. Capuano potrebbe dimettersi, ma le parti potrebbero anche trovare un accordo sulla risoluzione. Di conseguenza la squadra, terminato in anticipo il ritiro di Viggiano, sarà completamente smembrata, soprattutto degli elementi più rappresentativi. Peccato, perché Capuano (chi ha potuto sentirlo lo descrive un uomo davvero distrutto) aveva individuato quelle pedine necessarie per completare un organico che avrebbe potuto disputare un campionato di buon livello: negli ultimi giorni erano circolati i nomi dell'attaccante Palombi, del centrocampista Vitale e del giovane Ruggieri (Primavera Lazio). Tutto andato in fumo. Perché -6? Il 1 agosto era il termine ultimo per il pagamenti di stipendi e contributi della mensilità di giugno 2024. L'ipotesi concreta è che questa scadenza non sia stata ottemperata. La penalizzazione, rispetto a quella patita la scorsa stagione, aumenterebbe di due punti per via della recidiva recente. In un quadro apocalittico, qualcosa in realtà si muove ugualmente. E fa riferimento ai movimenti del presidente Giove che starebbe giocando su più soluzioni che nella lettera di abbandono del 31 luglio non sono comparse: in una situazione da verificare e in cerca di riscontro dove il condizionale va utilizzato con cautela, ci sarebbero stati contatti con imprenditori del Nord per trovare una soluzione ad un passaggio di consegne. Una via d'uscita motivata con le difficoltà e la fatica accumulata nella gestione della proprietà, questa sì, che traspariva nella missiva diramata. Ma se questo percorso non dovesse essere intrapreso per intero, resterebbero sul tavolo ulteriori possibilità: le più negative, e sinceramente da scongiurare, sarebbero quella di consegnarsi ad una retrocessione certa come quella di giocare con la Primavera (a proposito è necessario ricostruire il settore giovanile propedeutico per la partecipazione al campionato) o addirittura favorire la radiazione con le mancate discese in campo. Oppure, questa sembra l'ipotesi che sta montando, tornare alle prime intenzioni, quelle che Capuano non condivideva e che non era intenzionato ad approvare: progetto giovane con minutaggio e ridimensionamento generale degli obiettivi in funzione di un contenimento di costi. Guarda caso le idee foraggiate da sempre da Vittorio Galigani che, a questo punto, potrebbe tornare clamorosamente (ma fino ad un certo punto) sulla scena. In tutto questo la questione Iacovone, centrale per gli sviluppi della prossima annata, sta passando in secondo piano. In questo scenario i tifosi restano quasi inebetiti e tra l'altro si pongono una domanda, come tutti noi: l'11 agosto a Benevento, nella prima partita di Coppa Italia, il Taranto si presenterà all'appuntamento?