La verità è che il Taranto attuale ha dei limiti già noti: la difesa si addormenta facilmente (14 gol subiti); a centrocampo mancano idee e piedi intelligenti; l’attacco poggia su giocatori che hanno poca confidenza con la porta. Inutile al “Francioni” la superiorità numerica per un tempo; i rossoblù hanno faticato ugualmente non riuscendo a raddrizzare la gara, anche se resta qualche dubbio sul gol annullato a La Monica nel recupero (andrebbe rivisto da più posizioni). Uno dei pochi lampi insieme a un paio di tentativi di Infantino, per il resto solo attacchi sporadici e disordinati che non hanno prodotto risultati. Il Taranto stenta a carburare, colpa di qualche infortunio di troppo ma anche di interventi di mercato non in grado di far lievitare il tasso qualitativo del gruppo. Eccezion fatta per Vannucchi, le ultime operazioni in entrata hanno aggiunto davvero poco alla squadra. Chapi Romano non è in condizione e Raicevic conferma di non essere un rapace d’area. Le difficoltà del Taranto sono sotto gli occhi di tutti e la classifica resta guardabile soprattutto per i contestuali passi falsi di molte concorrenti. Adesso si apre un mini ciclo terribile con tre gare in una settimana: sabato arriva la Juve Stabia, martedì 18 trasferta a Cerignola e sabato 22 sfida ancora tra le mura amiche contro il Potenza. Un trittico di impegni che ci fornirà ulteriori indicazioni sul Taranto, il cui obiettivo è arrivare a gennaio in una posizione di classifica rassicurante per poi ristrutturare l’organico ripartendo di slancio. Semplici idee che, al momento, cozzano con la dura realtà fatta di numeri preoccupanti. Tocca a Capuano studiare qualcosa per invertire la rotta.

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