Turco: “No a trasformismi e cambi di casacca, sarò sempre una sentinella vigile della città”

«Io sindaco di Taranto? Sarò sempre al servizio della città, così come ho sempre fatto. Il mio ruolo nazionale mi impedisce, al momento, di scendere direttamente in campo, anche perché lascerei un vuoto a difesa della città. Allo stato, poi, non ci sarebbero le condizioni per garantire un cambiamento di rotta del territorio e, soprattutto, stabile e duraturo. Ci sono ancora altre opportunità da valutare in futuro».
Mario Turco alla domanda diretta non si scompone. Senatore della Repubblica, vicepresidente nazionale del M5S, coordinatore del comitato Economia-Lavoro-Impresa, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla programmazione economica e agli investimenti e responsabile del Cis nel governo Conte II (di esperienza politica ne ha maturata), nonché professore associato di Economia aziendale presso l’Università “Aldo Moro” di Bari.
Senatore Turco, ci faccia capire: ma lei è ancora in campo? Del resto il suo nome è continuato a circolare fino a poco tempo fa come possibile candidato a sindaco.
«Questo non può che avermi fatto piacere però, come ho già spiegato, sono ancora più utile a Roma. Sarò comunque sempre in prima linea a tutelare gli interessi della mia città. Ci sono ancora altre prospettive e opportunità per la città che hanno bisogno di essere seguite a livello nazionale. Ma mi faccia dire un’altra cosa».
Prego
«È chiaro che sento di avere una grande responsabilità nei confronti dei cittadini di Taranto che ripongono in me la loro fiducia e io quella fiducia non la tradirò mai».
E quindi?
«E quindi… E quindi Mario Turco deve essere messo nelle condizioni, laddove ci sarà un domani, di poter governare la città come essa meriterebbe. Perché oggi questa città ha necessità di un governo che sappia risolvere le problematiche che, dopo trent’anni, sono ancora tutte lì».
Il centrosinistra, o meglio Pd e CON, hanno candidato per la coalizione Piero Bitetti. Il suo Movimento non si è ancora espresso. Perché?
«Nulla da eccepire sulla persona che conosco per il suo ruolo istituzionale ricoperto nell’ultima consiliatura, ma il Movimento 5 Stelle, come usa fare quando ci sono elezioni comunali, ascolta innanzitutto i propri iscritti e i cittadini, tanto è vero che abbiamo indetto per domani (sabato 15 marzo, ndc) un’assemblea pubblica alle 18.30 all’Hotel Plaza. Siete tutti invitati».
E se dall’assemblea dovesse uscire un “no” alla candidatura di Bitetti?
«Laddove non ci dovesse essere una convergenza troveremo una soluzione condivisa con le altre forze progressiste, anche provenienti dalla società civile. Il M5S non si tirerà indietro dal proporle».
A parte il suo nome, al tavolo del centrosinistra il Movimento non ha avanzato altre indicazioni.
«È vero. Non abbiamo mai partecipato ad un toto-nome proprio perché in campo c’erano già altre proposte (Giorno, Di Gregorio, Viggiano, Bitetti e Liviano, ndc) per cui abbiamo preferito valutare queste e riservarci di proporne altre. A prescindere dal candidato, serve comunque definire l’ordine delle priorità e dei temi del programma elettorale, che per il Movimento è fondamentale».
Intanto è un po’ che il M5S non è rappresentato tra i banchi del Consiglio comunale. I suoi consiglieri eletti, successivamente hanno preferito aderire ad altri raggruppamenti.
«È chiaro che restare nel Movimento 5 Stelle non è semplice perché abbiamo regole molto rigide: non ammettiamo cambi di casacche, siamo fedeli al mandato elettorale, i temi e i programmi non li svendiamo a nessuno. Così come non facciamo sconti a nessuno; ragion per cui non faremo mai compromessi al ribasso. Eppure abbiamo avuto il nostro consigliere comunale, l'avv. Francesco Nevoli, che ha difeso con onore e professionalità i principi e i temi identitari del M5S».
Senatore, lei è favorevole all’apertura nelle liste agli ex melucciani?
«La nostra delegazione, che ha partecipato ai tavoli con le forze progressiste, sin dal primo momento ha posto tre condizioni: discontinuità rispetto al passato; no al trasformismo perché per noi l'etica pubblica è un valore imprescindibile per recuperare la fiducia al voto dei cittadini; favorire il ricambio politico, per consentire ai giovani di partecipare alla vita cittadina».
Cosa si sente di rimproverare al sindaco Melucci?
«Il sindaco Melucci ha commesso tanti errori, altrimenti non sarebbe caduto due volte. Non è riuscito a fare sintesi e ha tradito il “Contratto dei Cittadini” sottoscritto con il M5S. Faccio un esempio su tutti: il consumo di suolo e il Comparto 32. È stato grazie all’azione dei 5 Stelle che è stata evitata la cementificazione dell’area adiacente all’ospedale San Cataldo, peraltro non prevista nel programma elettorale».
Lei nel governo Conte II ha ricoperto incarichi di una certa importanza. Ha la sensazione di non essere stato “utilizzato” al meglio dal territorio?
«Guardi, in quei 15 mesi ho contribuito a portare a Taranto oltre 1 miliardo 200 milioni di nuovi investimenti. La città, purtroppo, non ha saputo cogliere quella grande occasione e questo è il mio grande rammarico. Questo è stato uno dei motivi del fallimento dell’Amministrazione Melucci. Anzi, nel frattempo abbiamo perso l’investimento di Ferretti che, oggi, si sta insediando a La Spezia; così come abbiamo perso i 50 milioni per l’acquario green che verrà, invece, realizzato a Reggio Calabria. Attualmente, poi, sono fermi i 92 milioni di euro per la Città Vecchia. Adesso dobbiamo essere bravi a non perdere gli altri finanziamenti. Serve continuare a rafforzare l’Università di Medicina, che grazie al Presidente Conte siamo riusciti ad aprire a Taranto, nonché a completare le infrastrutture dei Giochi del Mediterraneo 2026, che sempre il Governo Conte II decise di portare a Taranto. Poi serve attuare investimenti nella zona franca doganale, anch'essa istituita in quel periodo Ci sono altri investimenti divenuti delle realtà consolidate come il Conservatorio Paisiello, che rendemmo un istituto pubblico nazionale: questi risultati meritano attenzione. Ci sarebbe ancora tanto da fare ma la città, purtroppo, si è fermata da tempo».
Ma proprio non ci ha mai pensato a candidarsi a sindaco?
«Non voglio ripetermi, ma la mia città è nel cuore. In questi 7 anni di esperienza parlamentare, e in una fase anche di Governo, ho dimostrato di essere un tecnico capace, di essere una persona di “soluzioni”. Ai cittadini di Taranto dico di sostenere i 5 Stelle. Io sarò al loro fianco e sarò garante per la rinascita di Taranto. Serve iniziare a costruire una squadra pronta a governare un domani. Quindi faccio un appello ai cittadini, affinché siano al mio e al nostro fianco in questa competizione elettorale. Serve rigenerare la classe politica, con persone che possano offrire le loro competenze e professionalità».
Se dovesse dare un consiglio a Piero Bitetti cosa gli direbbe?
«Piero Bitetti lo conosco da tempo e sono contento per l’esito della sua questione personale. Ci siamo sentiti e abbiamo un reciproco rispetto. Lo stimo come persona e ha dimostrato di essere stato garante del Consiglio comunale come Presidente e per il ruolo istituzionale che ha saputo svolgere a difesa delle istituzioni. Non ho particolari consigli da dargli: attendiamo l’esito della nostra assemblea, allo scopo di trovare una soluzione nell'esclusivo interesse della città ed in piena aderenza con quanto sarà dedotto durante il confronto pubblico di domani pomeriggio».